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    sabato 30 aprile 2016

    Fusione Zola Monte San Pietro – La lettera che svela la democrazia inversa del PD



    Il PD zolese e quello di Monte San Pietro ci stanno insegnando cosa sia la democrazia inversa. 



    Leggendo questa lettere ci facciamo una idea più precisa di quello che sta avvenendo.
    Non è più il cittadino che, in teoria, leggendo un programma elettorale, va a votare ed elegge un sindaco che fa parte di una forza politica, ora il Partito, in barba a quanto scritto nei programmi di mandato, impone velatamente delle azioni da intraprendere senza prima aver informato o coinvolto  i cittadini.

    Come si può dare seguito ad una lettera scritta da due segretari di partito che chiedono di "avviare uno studio preliminare di fattibilità per la fusione" visto che hanno approvato documenti che impegnano gli organi politici (PD solamente ovviamente) dei due comuni a proseguire (quindi è da un po’ che ne parlano) il percorso relativo alla possibile fusione?

    Chi governa il nostro Comune? Il Sindaco e la sua Giunta o il Partito? 

    Perché se così fosse diventano quasi inutili i programmi elettorali e il Consiglio Comunale. 
    Come è possibile che un partito programmi una fusione senza neanche elencare quelle che potrebbero essere gli eventuali vantaggi che porterebbe?

    Perché chiediamo un studio di fattibilità in Regione senza averne discusso prima in Consiglio Comunale e senza averne parlato prima coi cittadini? Gli eventuali futuri costi per determinare se conviene o no fondersi li pagherà il Partito Democratico o tutti noi??

    Chi ha avuto la brillante idea di proporre una fusione quando ancora non abbiamo capito se la, tanto da noi discussa, Unione dei Comuni (Casalecchio, Zola, Valsamoggia, Sasso Marconi, Monte S.Pietro) stia producendo tutti quei vantaggi propagandati prima di attuarla?

    La data della lettera in un primo momento ci ha fatto sperare ad un pesce d’aprile, purtroppo però pensiamo che non sia così e pensiamo che la fusione tra i nostri comuni abbia ragioni economiche (mettere a posto i conti del comune meno ricco) e politiche visto che le percentuali del Partito Democratico negli ultimi anni stanno lentamente (anche se non abbastanza) scendendo .


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