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    martedì 13 novembre 2012

    Fibra ottica, digital divide e occasioni perse #1

    Parliamo di infrastrutture: fondi mal spesi, punti di Pil perduti, analfabetismo digitale. Oramai la posizione degli Italiani rispetto alle enormi chance di ricchezza e lavoro che offrono le nuove tecnologie in campo telematico sembra essere questa. Eppure di occasioni ne abbiamo avute: fondi europei, stanziamenti pubblici e, ancora più importanti, enormi interessi privati che non si è potuto (o voluto) ascoltare. Partiamo con ordine, dal problema di fondo: il famoso Digital Divide, ovvero in breve, il divario tra chi ha accesso alle tecnologie dell’informazione, più semplicemente a Internet, e chi ne è escluso. Oltre il 41% degli Italiani non è mai entrato in rete, dato gravissimo se confrontato a Francia (24%), Germania (17%) e Regno Unito (10%). Man mano che passano gli anni, il problema va ingigantendosi ed è sempre più necessario porvi rimedio. Il commercio via internet, cosiddetto eCommerce, è l’unico settore di vendita che non conosce crisi: dal 2009 le aziende che hanno puntato sul web hanno cresciuto il loro fatturato del 5,7% in media. Si potrebbero fare mille esempi di opportunità per le aziende del territorio di aumentare la propria competitività attraverso l’uso dell’IT.

    Morfologicamente parlando, il nostro territorio non aiuta di certo. La conformazione geologica particolare della penisola ostacola la stesura di cavi di nuova generazione. Spesso si è optato per soluzioni wireless come Ponti Radio o WiMax, ma, anche alle luce di alcune recenti ricerche, sarebbe preferibile non aumentare ancora il già imponente inquinamento elettromagnetico.

    Alla luce di ciò che abbiamo appena visto, mi piacerebbe avanzare una proposta per il cablaggio del comune in Fibra Ottica. La FO si presenta sotto forma di cavetti sottili, leggeri e flessibili, formati da materiali vetrosi, costruiti in modo da far passare impulsi luminosi ottenendo così diversi vantaggi: bassissima interferenza elettromagnetica, altissima velocità di trasmissione dati e resistenza alle condizioni climatiche più avverse. Per chi mastica un po’ di informatica, a livello teorico, la FO può portare fino a qualche TeraBit di dati al secondo simmetrici (nell’uno e nell’altro verso). Mentre nel caso dell’ADSL attuale (che come suggerisce l’acronimo è Asymmetric) sfrutta solamente la banda disponibile sul doppino telefonico tradizionale di cui sono dotati la maggior parte degli edifici, e secondo i più recenti standard di trasmissione arriva a circa 28 Megabit al secondo (24down/3,5up). I vantaggi della FO sarebbero enormi e permetterebbero ad aziende, istituzioni, strutture pubbliche e private, di rimanere in contatto tra loro, sopprimendo la burocrazia ed incrementando la digitalizzazione e la trasmissione dei documenti.

    Snoccioliamo qualche dato per i più scettici. Neelie Kroes, Commissaria Europea per l’Agenda Digitale, sostiene che la diffusione della FO porterebbe un immediato aumento del Pil del 1-1,5% (si parla quindi di 15.802 miliardi di € in più). Secondo Confindustria digitale, lo switch off digitale nella Pubblica Amministrazione porterebbe a risparmi per 13 miliardi di spesa corrente l’anno. Secondo Andrea Gilardoni (Bocconi), la FO vale ogni anno da qui al 2030, il 3% del Pil. Anche senza fare i conti, avrete capito l’ordine di grandezza del valore di questa infrastruttura. La TAV Torino – Lione è costata all’Italia tra i 15 e i 20 miliardi di €. Con gli stessi soldi, secondo l’Agenda Digitale del Ministero dello Sviluppo, avremmo potuto cablare il 100% dei cittadini italiani a 30 MB/s (come prevede l’Agenda Digitale Europea).

    Non voglio annoiarvi con i numeri per cui mi fermo qui, voglio però anticiparvi che Governo Italiano, i Fondi Italiani per le Infrastrutture (F2i e Metroweb) e molte aziende private sono già al lavoro da alcuni anni su questa grande opera, in maniera però scoordinata (a volte ricablano una zona già servita) e puntano al ritorno economico (escludendo certe zone poco popolate), non certo a colmare il Digital Divide. La prospettiva più realistica è che tra alcuni anni soltanto il 20% della popolazione viaggerà ultraveloce, a meno che non si convincano gli operatori telefonici a spingere sull’acceleratore. Eppure negli anni sessanta, come scrive Eleonora Bianchini su ilFattoQuotidiano.it, non vi erano certezze sul ritorno economico dell’autostrada del sole, ma la Fiat spinse la costruzione dell’opera, certa che avrebbe incrementato la domanda e la vendita di auto. Lo stesso discorso vale per la FO: in scala nazionale (o locale se volete), gli utenti sarebbero interessati ad usarla perché offrirebbe servizi migliori.

    Questo vuole solo essere uno spunto di riflessione, nel prossimo capitolo entrerò nello specifico portando alcuni esempi di comuni più virtuosi (da questo punto di vista) che si stanno già movimentando per non rimanere indietro rispetto all’Europa. E chissà che questa grande opera pubblica, a mio avviso molto più importante e prioritaria della nuova Biblioteca, non diventi un punto cardine del nostro programma. Arrivederci alla prossima puntata.

    (fonti: ilFattoQuotidiano.it e altri articoli simili, Report del 14/10/12 di cui consiglio caldamente la visione)
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    1 commenti:

    1. Ciao... sono un ingegnere delle telecomunicazioni e lavoro per la Laboratori Guglielmo Marconi S.p.A. La mia azienda è quella che più di 10 anni fa ha contribuito alla nascita del progetto Lepida, ovvero la rete a fibre ottiche della pubblica amministrazione, dopodiché abbiamo continuato a seguirne lo sviluppo. Infatti, dopo aver terminato la parte WAN (connessione tra i Comuni), abbiamo cominciato a progettare le reti MAN comunali (che collegano cioè le sedi comunali, provinciali e regionali al Municipio).
      I progetti MAN, a fronte di un investimento di qualche centinaio di migliaia di euro, permettono in breve tempo (di solito tra i 2 e i 5 anni) di abbattere completamente i costi di telefonia e connettività ad Internet verso Telecom o altri operatori, garantendo una rete di proprietà del Comune ad altissima velocità (da 100 Mbit/s in su).

      Fino a qualche anno fa Lepida S.p.A. ha portato avanti con soldi regionali una progettazione di MAN sui territori, ma poi con alcuni cambi dirigenziali la politica aziendale di Lepida è cambiata, tanto che ora, invece di fare come in altri territori più fortunati (province di Modena, Ravenna e Forlì-Cesena) dove le MAN sono state fatte o si stanno facendo, Lepida procede nel collegamento di singole sedi poco per volta, ma senza un disegno strutturato.

      Il progetto di MAN poi riveste un interesse non solo per la pubblica amministrazione, in quanto permette uno sviluppo completo del territorio, in quanto si utilizzano tubazioni già esistenti e, qualora non ce ne fossero, si possono posare nuove tubazioni, anche con tecniche di scavo non invasive.

      Queste tubazioni poi una volta censite potranno essere l'autostrada in cui posare le fibre ottiche delle reti di nuova generazione, da parte di Metroweb-F2i o altri operatori di telecomunicazioni, portando la banda ultra larga a cittadini e imprese.

      Segnalo tra l'altro che questo processo sta cominciando a prendere piede anche a Bologna, anche sotto la spinta dell'imminente arrivo dell'LTE e della necessità che gli operatori di telecomunicazioni hanno di collegare con fibra ottica i nuovi ripetitori per la telefonia mobile di quarta generazione.

      Se avete quindi contatti con l'amministrazione di Zola Predosa o di altre amministrazioni limitrofe, potete contattarmi all'indirizzo davidefraulini@gmail.com

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