Sono sotto gli occhi di tutti i lavori in corso su quella
che l’amministrazione comunale non fa altro che chiamare “La nuova Piazza di
Zola” e sappiamo in molti quanto questa fantomatica piazza, intesa come punto
di aggregazione, sia stata richiesta da molti cittadini a più riprese.
L’amministrazione Borsari ci provò con la “Piazzetta
Colorata” quella che è in angolo tra via Mameli e via Risorgimento e ha una
bellissima e costosissima fontana rotta da sempre.
Ora ci prova anche Fiorini
commettendo però, a nostro avviso, lo stesso errore: una piazza non è una
semplice “spianata” ma dovrebbe costituire un vero e proprio punto di
aggregazione.
Comunque, sul giornale Il Resto del Carlino del 18 Agosto 2016,
comparve un lungo articolo sul centro di Zola che sta cambiando grazie ai
cantieri aperti. Parte di questo articolo è ovviamente inerente a questa nuova
opera. E, come è stato detto anche a noi
a più riprese nelle Commissioni Consiliari, si parla del fantomatico edificio
su cui grava un vincolo della Soprintendenza.
A causa di questo presunto vincolo l’amministrazione, nel
non troppo lontano Novembre 2015, decise di usare parte dell’Avanzo di Bilancio
(soldi dei cittadini di Zola non caduti col paracadute) sbloccato dal Governo
Renzi per ripristinare l’edificio pericolante.
A causa di questo presunto vincolo non è possibile abbattere
questo edificio e si rende necessario spendere ben 377.000 euro
(TRECENTOSETTANTASETTEMILAEURO) per la sola messa in sicurezza.
Peccato però che già durante la Commissione Urbanistica del
15 Settembre 2016, dopo nostra esplicita domanda, emerse che l’edificio non era
vincolato. Dalle parole dell’amministrazione emerse però, tra le righe, che
tale notizia fosse stata appresa in tempi molto recenti e comunque dopo che
erano già stati stanziati i soldi e i lavori iniziati.
Spulciando le Delibere
di Giunta però troviamo che curiosamente alla pagina nr 6 dell’allegato allaDelibera 79 si parla del fatto che l’amministrazione sa dal lontano 7 Marzo
2012 che non sussiste nessun vincolo o tutela su tale edificio.
Perché quindi spendere tutti quei soldi per ripristinare un
edificio diroccato e di fatto totalmente decontestualizzato? Trattasi infatti
di casa rurale che ormai è stata totalmente inglobata nell’abitato cittadino.
Perché non abbattere
un edificio pericolante che tra l’altro ha uno spigolo in presenza di una
semicurva??
Perché non allargare la sede stradale rendendola più sicura?
Perché tagliare anche le gambe a quella proposta di fare un sottopasso che
collegasse Via Risorgimento con la Coop?
Perché al limite non
pensare di abbatterlo per edificare un edificio nuovo dove ospitare esercizi
commerciali ma che avesse un efficienza energetica migliore?
Quali interessi ci sono dietro? Non voglio neanche
immaginare che si tratti semplicemente di un errato passaggio di informazioni
tra uffici anche perché, di questo presunto vincolo, se ne parlò anche durante
le Primarie del Pd. Una delle parti proponeva proprio la piazza in quel punto
abbattendo però il fabbricato oggetto delle nostre attenzioni; vennero
sbeffeggiati durante un confronto pubblico e accusati di non conoscere le
“carte” e di non essere quindi pronti a governare.
A questo punto visto che noi le carte non solo le conosciamo
ma siamo diventati bravini a spulciarle,
siamo pronti a governare???
Ma una spiegazione io ce l’ho, il Sindaco non ci ha mentito,
non ha mentito al giornalista, quando diceva che il fabbricato è tutelato è
vero, è tutelato dal PD e dai suoi interessi.
Comunque durante il Consiglio Comunale del 28 Settembre 2016
abbiamo presentato una Interpellanza sul tema, appena riceveremo la risposta ve
la comunicheremo e vedremo di capire chi sia a “tutelare” questo costosissimo
edificio.
Portavoce
Luca Nicotri
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