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    domenica 29 gennaio 2017

    Sentiamo puzza di bruciato!

    In un giorno di Santo Stefano che sapeva più di colomba pasquale che di Panettone, Luca, il nostro Capogruppo, ha deciso che era ora di smaltire le fatiche Natalizie con una salutare corsetta. Nonostante sia di Zola e la conosca come le sue tasche ha sbagliato strada.
    Dopo un  primo breve momento di smarrimento si è reso conto che si trovava dietro alla centrale del teleriscaldamento. Se ne è accorto dopo aver notato di essere tra montagne di legna ammassata, rami, foglie, tronchi, bancali, bancali verniciati.
    Bancali? Bancali verniciati?
    Sono stati proprio i bancali a fargli accorgere che si trovava nel luogo sbagliato, anche loro lo erano.
    Come si legge dal loro sito "la produzione della biomassa legnosa (avviene) a partire da legna vergine di provenienza residuale: potature pubbliche e private, pulizia di aree boschive, fluviali e marginali", quindi parliamo di legname non trattato. Alcuni bancali potrebbero essere di legno vergine e quindi accettati ma come vengono riconosciuti? Verniciandoli di rosso? Come ci è stato spiegato durante una visita alla centrale, accettare, SOLO, legno vergine, serve a garantire che nelle emissioni, che seguono alla combustione, non vi siano sostanze nocive normalmente presenti nei legni trattati (per industria e edilizia).
    Ma nei pallet, bancali, mischiati agli sfalci, Luca, notava la presenza di legname che sembrava tutt'altro che vergine e proprio in mezzo alla montagna di legna da triturare, quindi in teoria, anzi, in pratica già controllata. Erano parti di infissi domestici di una porta. Da dove veniva quell’infisso, perché era stato considerato legno vergine? Se esternamente alla catasta si notava tanto legname apparentemente non a norma, all’interno cosa poteva esserci? 
    A questo punto viene da chiederci. Quali controlli vengono fatti nella legna in arrivo?
    Nella commissione ci venne assicurato che interi carichi di legna, una volta constatata la presenza di legna non idonea, venivano rifiutati. Ci sembra che questo non sia vero. Gli stessi responsabili di Zpt ammettono che in due circostanze hanno erroneamente segnalato come rifiuto accettabile legna che non lo era. Ma alla fine, questo “errore”, è finito bruciato? Sarebbe molto grave.
    Questa cosa non ci ha fatto dormire e abbiamo voluto approfondire la questione segnalando la cosa prima di tutto al Sindaco e ai Carabinieri di Zola che hanno allertato Arpa. Dopo alcuni giorni Arpa ha effettuato il sopralluogo e non ha trovato nulla.! Non ha trovato nulla di irregolare.
    La cosa ci è sembrata strana, un conto è emettere un piccolo verbale o fare qualche prescrizione, un conto è non trovare assolutamente nulla. Non soddisfatto dal verbale di Arpa, per sicurezza Luca si è recato di nuovo nello stesso punto in cui aveva fatto le prime foto. Nulla era cambiato, anzi, guardando meglio, notava in mezzo alla catasta anche plastica e sacchi neri tipici della raccolta di indifferenziato. Preoccupati e desiderosi di chiarimenti ci siamo sentiti in dovere di chiedere al Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri, il Noe, di provare a chiarire i nostri dubbi.
    Ovviamente qualcuno dovrebbe vigilare, ovviamente questo qualcuno dovrebbe essere lo stesso che è il responsabile della salute di tutti i cittadini Zolesi, ovviamente ci sembra questo non avvenga, anzi il Sindaco continua a difendere e fidarsi, tramite anche interviste rilasciate ai quotidiani locali, di quello che gli viene detto dai responsabili di Zpt.
    Sia chiaro, potrebbe essere vero che l’operato di Zpt è assolutamente rispettoso di tutte le regole, ma noi, al contrario del Sindaco, non ci fidiamo e preferiamo vedere con i nostri occhi che questo “operato” sia svolto in modo corretto. Noi infissi o bancali verniciati in mezzo alla catasta, pronta ad essere truciolata, non li vogliamo vedere, come non vogliamo vedere plastica o altro e mettiamo le mani avanti. Non li vogliamo vedere perché non devono essere presenti, non perché magari prima o poi le recinzioni vengano “casualmente” oscurate.
    Quello che ci stupisce di più, a questo punto, è la motivazione “pseudo ambientalista” che ha portato a bruciare biomassa a Zola Predosa. Si è partiti da una caldaia a metano, poi con una decisione non condivisa con i cittadini e, a nostro avviso, senza informarli correttamente, si è scelto di iniziare a bruciare quello che doveva solo essere legname derivanti da sfalci. Ora nasce il dubbio che siano autorizzati anche a bruciare altro e che, a causa di controlli blandi, brucino anche, per sbaglio, materiale non autorizzato.
    Questa è una ovvia carenza di “percorso partecipato” in una decisione importante per la vita dei cittadini Zolesi che, secondo noi, vengono chiamati ad esprimersi solo quando le decisioni sono di poca importanza o addirittura solo quando, una decisione finale già presa, verrà sapientemente indirizzata da facilitatori (pagati) come è già avvenuto con le Consulte di Frazione.

    Qui lo diciamo e qui non lo neghiamo ma l’impressione che abbiamo è che Luca per puro e fortuito caso, abbia tolto il coperchio a cosa potrebbe diventare la centrale.
    Un sistema di incenerimento di rifiuti urbani, certamente non nell’immediato, ma in un futuro abbastanza prossimo, con cambiamenti di convenzioni, e la storia di questa centrale ne conta già diversi, e con adattamenti o aggiunte di attrezzature, giocando sul fatto che comunque la Centrale opera con tutto sommato piccole quantità. Almeno fino ad ora.
    Noi questo lo vogliamo evitare e metteremo tutti noi stessi per evitarlo.
    E per evitarlo, statene certi, non sbaglieremo strada!
    Intanto, al fine di assicurare il massimo dei controlli, presenteremo una mozione per ripristinare le analisi dell’aria che l’amministrazione ha sospeso per ridurre i costi.
    Non si risparmia con la salute dei cittadini!



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    1 commenti:

    1. Recovering wood means preserving the environment around us and reducing the environmental impact that wood waste abandoned in landfills produces.

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