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    lunedì 9 luglio 2012

    La cicogna a Zola Predosa, è rosa o azzurra? io la vedo grigia...




    A febbraio è arrivata la cicogna. Meraviglioso. Sono arrivate le congratulazioni di amici e parenti, anche quelle del Sindaco di Zola Predosa, Stefano Fiorini, che con una lettera pre-impostata che viene per l’occasione personalizzata con il nome del tuo bebè ti invita a scoprire le meraviglie per l’infanzia che il Comune ha in serbo per te. Ed ecco che l’entusiasmo della famiglia si scontra ben presto con la realtà della quotidianità e quello che dovrebbe essere uno dei momenti più sereni della tua vita si trasforma presto in ansia.

    Perché i servizi di accudimento dei lattanti nel nostro Comune si riducono praticamente al nulla. Il servizio Nido non accoglie i bambini al di sotto dei dodici mesi (e anche quelli sopra l’anno non se la passano bene con le graduatorie..nell’anno 2012 ci sono circa 70 bambini in graduatoria). Il nido domiciliare al momento non è presente. I nidi privati di Ponte Ronca e Monte San Pietro accolgono anch’essi sopra l’anno di età. Attualmente c’è un progetto approvato per la costruzione di un asilo nido nel comparto C4 che però ha una capacità di circa 60 bambini e sempre sopra l’anno di età. Quindi quali alternative mi offre Zola Predosa insieme alle congratulazioni?...vediamolo insieme:

    1. Progetto Educatore Famigliare: tale progetto prevede una sorta di collaborazione tra Comune e famiglie. Un educatore scelto dalle famiglie si occupa a domicilio presso l’abitazione privata di una di queste dell’accudimento di massimo tre bambini. Il mangiare lo fornisce a pagamento la mensa di Zola, i pannolini e gli accessori li forniscono direttamente le famiglie. Il contributo del Comune è di circa 200 euro per famiglia al mese. L’educatore ha un costo circa di 3000 euro al mese ed il costo per famiglia è quindi alto. Un progetto pedagogico molto interessante e valido, peccato che venga destinato a gruppi di soli tre bambini e considerato che se va bene partono un paio di gruppi per volta direi che la quasi totalità delle famiglie vengono escluse.


    1. Baby sitter. Il Comune in anni precedenti, ha effettuato corsi di formazione per educatrice ad un gruppo di persone e te ne fornisce un elenco su richiesta, non garantendo ovviamente il rapporto di lavoro, in quanto quest’ultimo viene sottoscritto direttamente tra le parti. Il costo è quello normale di questa categoria, non esiste nessun contributo comunale.

    Finito. Tutte le altre iniziative per la cura del bambino sotto l’anno di età sono iniziative private, non convenzionate in nessun modo con l’attuale amministrazione.

    Sarà il caso che qualcuno all’interno del nostro Municipio, prenda atto che il contratto nazionale del lavoro in Italia non prevede che una lavoratrice possa avere un congedo di maternità che permetta di poter assentarsi dal lavoro per più di 12 mesi, e che andiamo incontro con la nuova riforma delle pensioni ad un aumento dell’età pensionabile che porterà sempre più famiglie a non poter usufruire dell’aiuto di nonni e parenti.

    Insomma, la vogliamo aiutare questa cicogna?

    Michela Dondi
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    3 commenti:

    1. Visto che il prossimo week end ci sarà la "Fira ed Zola" con ovvio passeggiata promozionale del nostro primo cittadino lungo i banchetti, perché non applicare al passeggino un bel cartello con scritto "il mio sindaco non sa dove mettermi"?

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    2. Sono amareggiato dal fatto che la Regione non finanzi più il progetto Educatrice Familiare dando la possibilità alle famiglie (grazie anche al contributo del Comune) di usufruire di un servizio per me ottimo. Parlo per esperienza personale visto che ho adertito a tale progetto con entrambi i figli. Olte alla validità insita data dal rapporto stretto tra educatrice e bambini (che sono solo 3) aveva l'enorme aspetto positivo che poteva partire prima dell'anno di età dei bambini purchè i genitori si occupasssero di preparare il pranzo.
      E' un vero peccato che non si riesca più a organizzare (visti gli alti costi) anche perchè dal punto di vista istituzionale era seguito veramente bene. La pedagogista e l'ufficio Famico erano sempre a disposizione delle famiglie.
      E' sempre una sconfitta quando un progetto valido si deve interrompere a causa della carenza di denaro.

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    3. Sono completamente d'accordo in più aggiungo il mio e di mia moglie disappunto sul fatto che un Comune di quasi 20000 residenti non sia dotato di un asilo nido per lattanti ovvero bimbi al di sotto dell'anno di vita.

      Zola Predosa è sopratutto un Comune di gente che vi si trasferisce per lavoro per cui spesso si parla di famiglie lontane dai nonni, famiglie in cui entrambi i genitori devono lavorare per pagarsi dei mutui decennali per via di prezzi elevatissimi per un Comune di periferia delle case.

      Va da se che una famiglia del genere non può farsi carico da sola della gestione dei propri "lattanti".

      Io dico che è un Comune che a certe tematiche preferisce mettere davanti la realizzazione di opere quali il centro culturale è un Comune IRRESPONSABILE e non aggiungo altro...

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