Martedì 22 ottobre 2013 abbiamo partecipato alla Commissione congiunta delle Frazioni Zolesi che aveva come ODG:
Statuto e atto costitutivo dell’Unione dei Comuni Valle del Reno, Lavino e Samoggia, Unione dei Comuni.
Incuriositi abbiamo deciso di approfondire l’argomento.
In pratica abbiamo assistito alla presentazione da parte del Sindaco Stefano Fiorini, di questo fantomatico statuto che dovrebbe porre le basi di una Unione dei Comuni di Casalecchio di Reno, Valsamoggia (che nascerà dopo la fusione), Zola Predosa, Monte S.Pietro e Sasso Marconi per quanto riguarda alcuni servizi gestiti attualmente dai singoli comuni.
Questa presunta esigenza nasce dall’attuazione di quanto previsto dalla Legge Regionale 21/2012 che, al fine di contenere i costi, pare obblighi i comuni a formare Unioni per la gestione congiunta e ottimale di alcuni servizi in primis quelli informatici, fornendo anche indicazioni per la scelta di ulteriori tre servizi quali per esempio la PM, SUAP, Ufficio Personale.
Fin qui sembra tutto chiaro e tutto sommato sensato, fintanto che non cominciamo ad approfondire l’argomento e ad ascoltare la spiegazione sulla operatività che andrà ad avere questa struttura.
La Regione incentiva le Unioni di Comuni con soldi pubblici (quindi se sei bravo a risparmiare ti arrivano altri soldi… ovviamente pubblici e quindi… nostri!!!).
Per gestire l’Unione dei Comuni viene creato, “a costo zero” (così almeno ci è stato venduto) una sorta di Sovra Consiglio Comunale che dovrebbe legiferare sui servizi messi in condivisione dai vari Comuni. Questo organo è formato da 22 consiglieri comunali (scelti tra i consiglieri eletti tra i vari comuni) in percentuale al numero di abitanti. Per esempio, Zola dovrebbe avere due consiglieri di maggioranza e uno di minoranza. La cosa strana è che anche i sindaci sono consiglieri comunali e tra loro viene eletto il Presidente del Consiglio che, di fatto, è l’autorità suprema delle sedute.
Salta all’occhio il fatto che, come sempre in Italia, si parte dall’idea di risparmiare e si finisce col creare una ennesima struttura decisionale, che di fatto è rappresentata e rappresentante i partiti che già occupano i consigli comunali. In più siamo proprio sicuri che questa nuova sovrastrutture non implichi ancora una volta il dover finanziare con soldi pubblici le attività di questo Consiglio? Noi non crediamo che queste attività verranno svolte gratuitamente, anzi! Crediamo piuttosto che verranno a crearsi nuovi incarichi remunerati sia dei consiglieri ma anche di tutta una serie di funzionari che si occuperanno del funzionamento e della gestione di questa entità, senza contare poi delle spese per le immancabili consulenze esterne, affitto locali, gestione personale ecc.
E poi, di questo progetto, quanto sono informati i cittadini che vedranno di fatto nascere un nuovo Ente intermedio tra Comune e Provincia, allontanandoli di fatto ancora di più dalla possibilità di poter decidere per il loro territorio, per dipiù in barba agli annunciati progetti di RIDUZIONE O ABOLIZIONE delle Provincie e quindi di spese ed Enti inutili?
Non era possibile una via alternativa? Il dubbio ovviamente rimane.
A pensar male sembrerebbe quasi che, con questo nuovo Consiglio, si stia cercando di arginare il pericolo nato dalle Liste Civiche e da nuove forze politiche che improvvisamente hanno ricevuto consenso in Italia. Forse siamo “complottisti” e “malfidati” ma, il fatto che se ne parli solo a Statuto fatto e se ne parli solo per approvarlo, qualche dubbio sorge.
Non paghi di aver assistito alla Consulta il giorno seguente ci siamo recati in Consiglio Comunale dove si sarebbe dovuto approvare lo Statuto.
Il Sindaco espone come il giorno precedente questo progetto, ne elogia i punti di forza e ne auspica l’approvazione.
A questo punto le opposizioni che siedono in consiglio prendono la parola, prima di tutti il Consigliere Lelli del PDL che con molta enfasi, inizia a parlare di Colpo di Stato e di come il Partito (PD) stia cercando di “blindare” il potere che ha sui territori delle Valli del Lavino Sammoggia e Reno. Anche ai suoi occhi sembra una mossa politica per prevenire eventuali ribaltamenti politici.
Il Consigliere Borsari (Lista Borsari) si lamenta innanzitutto della metodologia di presentazione di uno Statuto già bello e fatto e della totale impossibilità di proporre eventuali modifiche o, comunque, di un qualsiasi dibattito politico. Lo Statuto è solo da approvare e di fatto all’insaputa dei cittadini. Egli sottolinea inoltre come una struttura come quella del Consiglio di Unione porterà comunque spese perché saranno necessari nuovi dirigenti. Propone come alternativa quella della “Convenzione dei Comuni” che permetterebbe di mettere insieme risorse ed esperienze dividendo i costi senza bisogno di ulteriori strutture.
Anche un Consigliere della Maggioranza, Follari, esprime, pur dichiarando il voto positivo, molte perplessità sulle modalità di presentazione dello Statuto.
Le risposte sottolineano che comunque un Comune può scegliere in maniera autonoma cosa condividere con gli altri e che comunque si può anche eventualmente decidere di uscire dall’unione Questo, però, crea ulteriori perplessità, la prima: vi immaginate il caos politico (sempre che non perduri una maggioranza solida come quella attuale) di Consiglieri di Maggioranza di Schieramenti diversi che devono legiferare su Servizi che però sono condivisi solo da alcuni comuni??? La seconda: se arrivano veramente incentivi dalla Regione come fa un comune a uscire dall’Unione? Deve per forza rinunciare ai soldi.
In tutto questo notiamo poi che non sono state presentate cifre di quanto si risparmierà in totale, ne quanto negli ambiti inseriti nel progetto e ne in quanto tempo.
Siamo perplessi sulla modalità di una gestione che non ci prospetta analisi quantificate del rapporto costo/benefici, cosa che avviene puntualmente in ogni azienda piccola o grande che sia e, in maniera ridotta, in ogni famiglia…
La votazione ha esito negativo a causa di qualche assenza tra le file della maggioranza e quindi rimane ancora un po’ di tempo per chiarirci le idee ed analizzare questo argomento che ci è piovuto un po’ dall’alto.
Sottolineiamo che non siamo contrari per partito preso alla riduzione dei costi, ci mancherebbe!
Abbiamo molte perplessità sul fatto che questa unione porti veramente dei risparmi. Non sapendo ancora quali servizi condividere e quali saranno le entità dei risparmi, è quindi impossibile fare previsioni.
Dalle discussioni a cui abbiamo assistito e dalle domande fatte, possiamo dire che non è emerso se, per creare questo Consiglio di Unione, sarà necessario assumere dirigenti o personale in genere, quanto dovranno essere remunerati e non è emersa la tipologia di incentivi che arriveranno dalla Regione.
Ci sembra tutto un po’ campato in aria e tutta questa fretta nel volerlo approvare ci fa nascere più di un sospetto soprattutto sul reale fine di tutta questa operazione.
Rimaniamo comunque attenti e pronti a ricevere qualsiasi spiegazione o materiale che prontamente metteremo a disposizione della cittadinanza.
Ringrazio per la collaborazione Massimo Taddia e Federico Tommasoli.
Statuto e atto costitutivo dell’Unione dei Comuni Valle del Reno, Lavino e Samoggia, Unione dei Comuni.
Incuriositi abbiamo deciso di approfondire l’argomento.
In pratica abbiamo assistito alla presentazione da parte del Sindaco Stefano Fiorini, di questo fantomatico statuto che dovrebbe porre le basi di una Unione dei Comuni di Casalecchio di Reno, Valsamoggia (che nascerà dopo la fusione), Zola Predosa, Monte S.Pietro e Sasso Marconi per quanto riguarda alcuni servizi gestiti attualmente dai singoli comuni.
Questa presunta esigenza nasce dall’attuazione di quanto previsto dalla Legge Regionale 21/2012 che, al fine di contenere i costi, pare obblighi i comuni a formare Unioni per la gestione congiunta e ottimale di alcuni servizi in primis quelli informatici, fornendo anche indicazioni per la scelta di ulteriori tre servizi quali per esempio la PM, SUAP, Ufficio Personale.
Fin qui sembra tutto chiaro e tutto sommato sensato, fintanto che non cominciamo ad approfondire l’argomento e ad ascoltare la spiegazione sulla operatività che andrà ad avere questa struttura.
La Regione incentiva le Unioni di Comuni con soldi pubblici (quindi se sei bravo a risparmiare ti arrivano altri soldi… ovviamente pubblici e quindi… nostri!!!).
Per gestire l’Unione dei Comuni viene creato, “a costo zero” (così almeno ci è stato venduto) una sorta di Sovra Consiglio Comunale che dovrebbe legiferare sui servizi messi in condivisione dai vari Comuni. Questo organo è formato da 22 consiglieri comunali (scelti tra i consiglieri eletti tra i vari comuni) in percentuale al numero di abitanti. Per esempio, Zola dovrebbe avere due consiglieri di maggioranza e uno di minoranza. La cosa strana è che anche i sindaci sono consiglieri comunali e tra loro viene eletto il Presidente del Consiglio che, di fatto, è l’autorità suprema delle sedute.
Salta all’occhio il fatto che, come sempre in Italia, si parte dall’idea di risparmiare e si finisce col creare una ennesima struttura decisionale, che di fatto è rappresentata e rappresentante i partiti che già occupano i consigli comunali. In più siamo proprio sicuri che questa nuova sovrastrutture non implichi ancora una volta il dover finanziare con soldi pubblici le attività di questo Consiglio? Noi non crediamo che queste attività verranno svolte gratuitamente, anzi! Crediamo piuttosto che verranno a crearsi nuovi incarichi remunerati sia dei consiglieri ma anche di tutta una serie di funzionari che si occuperanno del funzionamento e della gestione di questa entità, senza contare poi delle spese per le immancabili consulenze esterne, affitto locali, gestione personale ecc.
E poi, di questo progetto, quanto sono informati i cittadini che vedranno di fatto nascere un nuovo Ente intermedio tra Comune e Provincia, allontanandoli di fatto ancora di più dalla possibilità di poter decidere per il loro territorio, per dipiù in barba agli annunciati progetti di RIDUZIONE O ABOLIZIONE delle Provincie e quindi di spese ed Enti inutili?
Non era possibile una via alternativa? Il dubbio ovviamente rimane.
A pensar male sembrerebbe quasi che, con questo nuovo Consiglio, si stia cercando di arginare il pericolo nato dalle Liste Civiche e da nuove forze politiche che improvvisamente hanno ricevuto consenso in Italia. Forse siamo “complottisti” e “malfidati” ma, il fatto che se ne parli solo a Statuto fatto e se ne parli solo per approvarlo, qualche dubbio sorge.
Non paghi di aver assistito alla Consulta il giorno seguente ci siamo recati in Consiglio Comunale dove si sarebbe dovuto approvare lo Statuto.
Il Sindaco espone come il giorno precedente questo progetto, ne elogia i punti di forza e ne auspica l’approvazione.
A questo punto le opposizioni che siedono in consiglio prendono la parola, prima di tutti il Consigliere Lelli del PDL che con molta enfasi, inizia a parlare di Colpo di Stato e di come il Partito (PD) stia cercando di “blindare” il potere che ha sui territori delle Valli del Lavino Sammoggia e Reno. Anche ai suoi occhi sembra una mossa politica per prevenire eventuali ribaltamenti politici.
Il Consigliere Borsari (Lista Borsari) si lamenta innanzitutto della metodologia di presentazione di uno Statuto già bello e fatto e della totale impossibilità di proporre eventuali modifiche o, comunque, di un qualsiasi dibattito politico. Lo Statuto è solo da approvare e di fatto all’insaputa dei cittadini. Egli sottolinea inoltre come una struttura come quella del Consiglio di Unione porterà comunque spese perché saranno necessari nuovi dirigenti. Propone come alternativa quella della “Convenzione dei Comuni” che permetterebbe di mettere insieme risorse ed esperienze dividendo i costi senza bisogno di ulteriori strutture.
Anche un Consigliere della Maggioranza, Follari, esprime, pur dichiarando il voto positivo, molte perplessità sulle modalità di presentazione dello Statuto.
Le risposte sottolineano che comunque un Comune può scegliere in maniera autonoma cosa condividere con gli altri e che comunque si può anche eventualmente decidere di uscire dall’unione Questo, però, crea ulteriori perplessità, la prima: vi immaginate il caos politico (sempre che non perduri una maggioranza solida come quella attuale) di Consiglieri di Maggioranza di Schieramenti diversi che devono legiferare su Servizi che però sono condivisi solo da alcuni comuni??? La seconda: se arrivano veramente incentivi dalla Regione come fa un comune a uscire dall’Unione? Deve per forza rinunciare ai soldi.
In tutto questo notiamo poi che non sono state presentate cifre di quanto si risparmierà in totale, ne quanto negli ambiti inseriti nel progetto e ne in quanto tempo.
Siamo perplessi sulla modalità di una gestione che non ci prospetta analisi quantificate del rapporto costo/benefici, cosa che avviene puntualmente in ogni azienda piccola o grande che sia e, in maniera ridotta, in ogni famiglia…
La votazione ha esito negativo a causa di qualche assenza tra le file della maggioranza e quindi rimane ancora un po’ di tempo per chiarirci le idee ed analizzare questo argomento che ci è piovuto un po’ dall’alto.
Sottolineiamo che non siamo contrari per partito preso alla riduzione dei costi, ci mancherebbe!
Abbiamo molte perplessità sul fatto che questa unione porti veramente dei risparmi. Non sapendo ancora quali servizi condividere e quali saranno le entità dei risparmi, è quindi impossibile fare previsioni.
Dalle discussioni a cui abbiamo assistito e dalle domande fatte, possiamo dire che non è emerso se, per creare questo Consiglio di Unione, sarà necessario assumere dirigenti o personale in genere, quanto dovranno essere remunerati e non è emersa la tipologia di incentivi che arriveranno dalla Regione.
Ci sembra tutto un po’ campato in aria e tutta questa fretta nel volerlo approvare ci fa nascere più di un sospetto soprattutto sul reale fine di tutta questa operazione.
Rimaniamo comunque attenti e pronti a ricevere qualsiasi spiegazione o materiale che prontamente metteremo a disposizione della cittadinanza.
Ringrazio per la collaborazione Massimo Taddia e Federico Tommasoli.
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