Era un pò di tempo che non andavo a smaltire abiti usati in uno dei cassonetti della Caritas e con mia grande sorpresa mi sono reso conto che i cassonnetti non erano più della Caritas. Mi sono così documentato e ho scoperto che da qualche mese Hera ha preso in gestione la raccolta degli abiti usati sostituendo la Caritas che non riusciva piú, probabilmente, a gestire il servizio. La raccolta é effettuata dal Consorzio Ecobi che riunisce diverse imprese, tutte locali, che effettuano la raccolta. Tra queste, La Fraternità (Ozzano), La Piccola Carovana (Crevalcore) e Pictor (Budrio). Gli abiti riutilizzabili vengono poi distribuiti, dalle cooperative aderenti al Consorzio Ecobi, ai loro assistiti.
Non é certo un problema se il servizio é passato da Caritas ad altri, anche perché piú volte i cassonetti erano pieni, il problema è che invece di migliorare, la situazione é peggiorata. Infatti dopo aver provato a mettere le sporte nel cassonnetto di Ponte Ronca, inutilmente e rifiutandomi di metterli per terra, come in molti avevano invece fatto, ho cominciato un giro per Zola alla ricerca di cassonetti vuoti. Ricerca vana, perché tutti i contenitori erano pieni stipati. La cosa mi ha provocato non poco malumore, non tanto perché ho dovuto tenere le sporte in casa, quando avevo fatto appena pulizia, ma perché in questa situazione, ho visto e vedo tutt'ora tanto spreco. Spreco di benificenza, perché é vero che in molti li mettono nel cassonetto per liberare il proprio armadio e non per donarli ad altri che non hanno possibilitá di comprarli, ma questo é quello che succede a raccolta avvenuta e se non avviene succede che queste sporte vengono lasciate alla mercè di tutti e raccolte da chi magari rivende il contenuto. Non solo zingari, per i quali proprio a Ponte Ronca, i cassonetti sono stati messi sotto nuove telecamere per controllare il continua via vai dei loro ragazzi che si buttavano dentro al cassonetto svuotandolo di tutte le sporte, ma anche persone comuni che passando di li, si fermavano e raccoglievano. Come è successo ad un amico l'altro giorno, che passando in Via Roma, notava una ragazza che frugava le sporte per terra e prendeva abiti, mettendoli in macchina. Con coraggio e sfrontatezza ha chiesto alla ragazza cosa facesse e lei, con esse tipicamente Bolognese, gli ha risposto che prendeva vestiti per se stessa, perché erano ancora in buono stato e dei vestiti da uomo per un conoscente, che addirittura li pagava.
La crisi puó portare anche a questo, ma non solo per la crisi che si creano queste situazioni.
Il servizio va assolutamente rivisto e quei vestiti vanno a chi ne ha veramente bisogno e nessuno dovrebbe, anzi deve, lucrarci!
Non é certo un problema se il servizio é passato da Caritas ad altri, anche perché piú volte i cassonetti erano pieni, il problema è che invece di migliorare, la situazione é peggiorata. Infatti dopo aver provato a mettere le sporte nel cassonnetto di Ponte Ronca, inutilmente e rifiutandomi di metterli per terra, come in molti avevano invece fatto, ho cominciato un giro per Zola alla ricerca di cassonetti vuoti. Ricerca vana, perché tutti i contenitori erano pieni stipati. La cosa mi ha provocato non poco malumore, non tanto perché ho dovuto tenere le sporte in casa, quando avevo fatto appena pulizia, ma perché in questa situazione, ho visto e vedo tutt'ora tanto spreco. Spreco di benificenza, perché é vero che in molti li mettono nel cassonetto per liberare il proprio armadio e non per donarli ad altri che non hanno possibilitá di comprarli, ma questo é quello che succede a raccolta avvenuta e se non avviene succede che queste sporte vengono lasciate alla mercè di tutti e raccolte da chi magari rivende il contenuto. Non solo zingari, per i quali proprio a Ponte Ronca, i cassonetti sono stati messi sotto nuove telecamere per controllare il continua via vai dei loro ragazzi che si buttavano dentro al cassonetto svuotandolo di tutte le sporte, ma anche persone comuni che passando di li, si fermavano e raccoglievano. Come è successo ad un amico l'altro giorno, che passando in Via Roma, notava una ragazza che frugava le sporte per terra e prendeva abiti, mettendoli in macchina. Con coraggio e sfrontatezza ha chiesto alla ragazza cosa facesse e lei, con esse tipicamente Bolognese, gli ha risposto che prendeva vestiti per se stessa, perché erano ancora in buono stato e dei vestiti da uomo per un conoscente, che addirittura li pagava.
La crisi puó portare anche a questo, ma non solo per la crisi che si creano queste situazioni.
Il servizio va assolutamente rivisto e quei vestiti vanno a chi ne ha veramente bisogno e nessuno dovrebbe, anzi deve, lucrarci!
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