Questo il testo letto dal nostro Portavoce Luca Nicotri durante il Consiglio Comunale straordinario.
Grazie infinite a Marco Campanini per averci scritto il prezioso intervento.
"Diamo senso e concretezza alla giornata odierna.
La disabilità non è un mondo a parte, ma fa parte del mondo."
Buonasera a tutti
Ringraziamo il Sindaco, i membri della Giunta e i Consiglieri per averci ricevuto in questa giornata così speciale.
Oggi infatti in tutto il mondo ricorre la celebrazione della Giornata Mondiale dei diritti delle persone con disabilità istituita dall’Onu.
La celebrazione del 3 Dicembre è simbolo di quel lento ma continuo processo culturale che dalla metà del secolo scorso promuove una migliore comprensione delle tematiche della disabilità, una attenzione ai diritti delle persone più svantaggiate portatrici d’handicap e sottolinea l'assoluta utilità sociale che deriva dalla integrazione delle persone con disabilità in ogni aspetto della vita politica, sociale, economica e culturale del Paese.
Nel 1948 veniva infatti firmata la dichiarazione universale dei diritti dell'uomo promossa dalle Nazioni Unite la quale all'articolo 1 stabilisce che tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti, essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.
Nello stesso anno entrava in vigore la Costituzione della Repubblica Italiana la quale all'articolo 3 assegna alla Repubblica il compito di rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che limitano di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini ed impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
Nel 2006 l'Onu approvava la Convenzione dei diritti delle persone con disabilità, ratificata dallo Stato Italiano nel 2009. La Convenzione, è il risultato di un percorso di partecipazione attiva delle persone con disabilità e delle loro organizzazioni alla formulazione dei principi enunciati, e costituisce quindi uno strumento essenziale per la tutela e la promozione dei Diritti Umani delle Persone a prescindere dalle condizioni personali.
La convenzione stabilisce inoltre che gli Stati riaffermino il diritto di ogni essere umano alla vita indipendente, impegnandosi a prendere tutte le misure necessarie ad assicurare l’effettivo godimento di tale diritto da parte delle persone con disabilità e dei loro famigliari.
Il diritto alla vita indipendente sancito con forza all’art. 19 altro non è che il diritto all’assistenza personale autogestita. Il diritto all’autodeterminazione della propria esistenza per affrontare e controllare in prima persona, il proprio destino, dominando l’ambiente circostante sena nessun condizionamento altrui esterno.
Questo deve essere l’obiettivo. Una società può dirsi veramente inclusiva se considera la persona nella sua completezza. Occorre dunque un cambio di mentalità. E il cambiamento può partire unicamente dalla società civile, deve essere uno sforzo collettivo che coinvolga tutti, nessuno escluso.
Occorre dunque che la politica i partiti e le istituzioni nel loro complesso, ma anche l’opinione pubblica, smettano di pensare la disabilità come il problema di una limitata categoria di cittadini e cittadine, da affrontare con interventi economici una tantum senza soluzione di continuità.
In Italia, il Fondo per le non autosufficienze, istituito nel 2006, al fine di garantire “l’attuazione dei livelli essenziali delle prestazioni assistenziali su tutto il territorio nazionale con riguardo alle persone non autosufficienti” è ridotto ai livelli minimi.
Nel 2015, dopo le vibranti proteste della società civile, dall’iniziale stanziamento di 300 milioni di euro è passato a 400 milioni, misura già largamente inadeguata; mentre a decorrere dal 2016 verrà ridotto ulteriormente fino ad arrivare alla vergognosa cifra di 150 milioni di euro.
Vogliamo inoltre ricordare che sempre in Italia, è necessario ricorrere all’ISEE per l’accesso alle prestazioni socio assistenziali: un nuovo sistema di calcolo, introdotto dal Governo Monti e mantenuto in vita dalle forze politiche che si sono succede, equipara l’accompagnamento e le pensioni d’invalidità al reddito, comportando di fatto una sperequazione di trattamento e pregiudicando le persone con disabilità ed i loro famigliari, che in molti casi quindi vengono esclusi da benefici che fino ad ora gli venivano riconosciuti. Il Governo nonostante tre diverse pronunce del Tribunale Amministrativo regionale del Lazio che ha accolto i ricorsi delle associazioni di categoria dei portatori di handicap, ha deciso ugualmente di presentare appello al Consiglio di Stato, di ricorrere contro i disabili stessi.
Ci troviamo pertanto in un paese dove una scellerata politica nazionale ha ridotto drasticamente la spesa sociale. L’aiuto non può che venire dunque che dagli enti territoriali più vicini ai cittadini, Comuni e Regioni.
E’ con queste premesse che chiediamo pertanto all’Amministrazione Comunale, di creare un percorso partecipato con le associazioni presenti sul territorio, definendo gli obiettivi e le priorità da oggi fino alla fine del mandato.
In questo caso avremo delle proposte concrete con le quali siamo disponibili al dialogo e a confrontarci, precisando fin da ora che non dobbiamo perdere altro tempo, che una società a misura di disabile non può attendere oltre; perché siamo profondamente convinti che solo così può migliorare il benessere dell’intera collettività. Per fare questo bisogna agire sul territorio, con interventi strutturali se necessario.
Non deleghiamo ad altri, non aspettiamo che altri Comuni intervengano, rendiamo Zola Predosa, il Comune Capo Fila, un esempio da seguire e da imitare in Emilia-Romagna e in Europa, un esempio di Amministrazione veramente inclusiva.
Con l’auspicio Che tutto questo non rimanga l’ennesima lettera vuota, l’ennesima parola al vento. Diamo senso e concretezza alla giornata odierna.
La disabilità non è un mondo a parte, ma fa parte del mondo.
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