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    sabato 6 giugno 2015

    Resoconto sulla Commissione Urbanistica sull'Incendio alla Biomassa della Centrale di Teleriscaldamento

    Martedí 26 Maggio 2015 si é tenuta la Commissione Urbanistica riguardante l'incendio avvenuto alla Centrale di Teleriscaldamento. Questa é stata solo la prima, sicuramente ce ne saranno delle altre, come detto dal presidente di Commissione Stefano Lelli, ma noi insistiamo dicendo che un Consiglio Comunale aperto con diretta streaming sarebbe meglio.

    Presenti il Sindaco, i tecnici di ARPA, della ASL, l'Ing. Bolis della ZPT, l'Ing. Galasso direttore stabilimento, e il signor Lambertini, proprietario dell'omomima azienda che gestisce la momtagna di sfalci che é bruciata. 
    Purtroppo non erano presenti i Vigili del Fuoco che stanno ultimando le relazioni e i verbali sul lavoro svolto, ininterrotamente, nei 5 giorni che sono serviti per spegnere l'incendio.

    Sono emerse diverse cose nella lunga discussione cominciata alle 1830 e finita dopo le 2130. Riepiloghiamo quelle che piú ci sono sembrate evidenti e proviamo a ragionarci sopra.

    Il Cumulo di ramaglie era eccessivo, stimati in circa 3200 tonnellate, quindi molto, molto vicino a 3500 tonnellate che è la massima capacità autorizzata per lo stoccaggio. 
    Questo nel periodo che la Centrale lavora meno perchè produce solo acqua calda, non essendoci bisogno del riscaldamento acceso.

    Che fosse eccessivo, tutti gli Zolesi, di qualunque Nazionalità, Credo religioso o Bandiera Politica lo dicevano e, pensare che quella montagna sarebbe dovuta stare sotto il sole tutta Estate, ci lascia esterrefatti. Ci lascia esterrefatti perché era tutto inverno che la montagna era ferma, non veniva mossa, ma veniva solo aumentata d'altezza. Sembrava fumasse, in realtá ci hanno spiegato che evaporava la parte degli sfalci piú bagnati e che dell'incendio si sono accorti subito perché il "fumo" che fuoriusciva era cambiato visivamente e d'odore. 
    Forse, se fosse stata messa meno massa legnosa e quella adagiata fosse stata continuamente girata, l'incendio non sarebbe avvenuto.


    Ci é sembrato, dal racconto degli eventi, che la Centrale, pur rispettando le prescrizioni degli organi competenti, non abbia mezzi idonei ad operare in caso di emergenza. Infatti, il ragno montato sulla piattaforma che serve alla movimentazione della ramaglia dal deposito alla cippatrice, si è fermato dopo la giornata di domenica a causa dell'incompatibilità a lavorare con il calore e con l’acqua usata dai Vigili del Fuoco. 
    Questo aspetto ci appare inquietante perché, anche a detta dei referenti di ZPT, la movimentazione e separazione del materiale sano da quello incendiato è il solo sistema per isolare e impedire i diffondersi delle fiamme. É quindi evidente che all’interno della struttura, non è previsto, probabilmente anche per legge, (fatto ancora più inquietante) un valido sistema di movimentazione, che possa svolgere questa funzione con sicurezza in caso di incendio.


    Le analisi ambientali svolte da ARPA sembrano, (possiamo anche toglierlo il sembrano), improprie o comunque inadeguate e sicuramente altamente insufficienti a garantire che la salute pubblica, durante la settimana di crisi, sia stata tutelata.
    I tecnici hanno descritto di essere intervenuti, su richiesta del Sindaco, perchè a detta loro, i Vigili del Fuoco non ritenevano necessario il loro intervento e di aver effettuato misure in quattro zone del comune durante i giorni dell'incendio, (area feste / San Pancrazio / comparto C4 / via Mazzini 13/1) per rilevare la presenza di alcuni composti gassosi tipici della combustione del legno.

    Questi composti, estremamente pericolosi, se presenti in ambienti chiusi ,non sembra siano significativi se cercati all’aperto (monossido di carbonio), mentre altri che sono forse piú pericolosi (polveri sottili), non sono stati cercati, perchè forse non dovuti a norma di legge e comunque Arpa avrebbe avuto bisogno di piú giorni per installare la strumentazione adeguata a rilevare tali polveri. In poche parole Arpa ha detto che in situazione di immediata emergenza non riesce ad operare.


    Ma non solo Arpa non era pronta ad operare in situazioni del genere, anche il Comune e lo stesso Sindaco lo ha ammesso, non era preparato a questo tipo di evento. 

    Il fatto, oltre che preoccupante, è imbarazzante per l’amministrazione, perché questa amministrazione, insieme ai vigili del fuoco, Regione…ecc,  ha concesso, tramite la sua burocrazia, l’autorizzazione all’aumento del consumo di biomasse. E non ci si puó sempre nascondere nel fatto che i tecnici, Arpa Ausl o Vigili poco importa, diano parere favorevole, scaricando le responsibilitá. 

    Un'Amministrazione dovrebbe anche essere obbiettiva, dovrebbe ascoltare il buon senso e quello dei suoi cittadini che come abbiamo giá detto, mostravano piú di una perplessitá verso lo stoccaggio del materiale.


    Da queste considerazioni ci siamo fatti delle domande, le seguenti:
    Perché non è stata prevista una struttura tagliafuoco che perimetri la centrale, specialmente lungo la strada che è misteriosamente rimasta sempre transitabile anche nei momenti più critici. 
    La presenza di aree di stoccaggio isolate da strutture tagliafuoco avrebbe da sola ridotto il problema.

    Perché l’attività della centrale non  è stata interrotta? Cosa sarebbe capitato se contemporaneamente all’incendio della ramaglie fosse sorto un grave problema all’interno della struttura termica nella quale è presente anche una alimentazione a metano?


    Particolarmente interessante un intervento che ha posto al centro dell’attenzione la qualità dell’aria nel periodo invernale appena trascorso, i dati pubblicati da ARPA la definiscono pessima, nell'ultimo grado di qualitá. Se questa notizia era nota, perché non sono stati informati i residenti e non sono state attuate almeno iniziative di informazione? 
    Inoltre, collegato alla questione dell’incendio, visti i dati disponibili perché si è autorizzato l’uso massiccio di biomasse per il teleriscaldamento? La dichiarazione del Sindaco “la centrale inquina meno di quanto farebbero 2500 caldaie” degli appartamenti alimentate a metano non ci persuade e dovrebbe essere suffragata da dati inoppugnabili. Anche perché le 2500 caldaie isolate non bruciavano e consumano anche in Estate al contrario della centrale.
    E se ogni paese costruisse una o più centrali per garantire anche solo l'acqua calda come sarebbe l'aria che entra nel nostro naso?


    In conclusione, pare che la responsabilità dell’evento sia interna della struttura,e che l'autocombustione sia l'ipotesi più accreditata, ma una parola definitiva la diranno i tecnici dei Vigili del fuoco, ma responsabilità politiche sono da individuare nella mancanza di un piano operativo valido a fronteggiare una crisi di questo tipo e natura, avendo autorizzato l’operatività della centrale nei termini in cui sta lavorando e nei quali è capitato questo evento. Da notare che la centrale opera con questa operatività da neppure un anno e che alla prima occasione il problema è uscito allo scoperto.

    Tra le ipotesi non vi é però escluso il dolo e facciamo nostro l'intervento di un cittadino che si augurava che cosí non fosse. Ma se anche fosse la cosa non andrebbe sminuita. Anzi. Se un pazzo é riuscito ad entrare in centrale e appiccare il fuoco all'interno della montagna, vorrebbe dire che la vigilanza e sicurezza della centrale é assolutamente insufficiente.


    Torneremo sull'argomento, sperando di visionare il prima possibile, relazioni e verbali dei Vigili del Fuoco. Intanto ragionate su questi punti e per qualunque dubbio o segnalazionè noi siamo qui.





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